S'Archittu nei libri

sb

2008, librerie: compare un volume targato Bompiani. si chiama Sardinia Blues, l'autore è Flavio Soriga. Quel che coglie l'occhio è un mosaico colorato in copertina di 9 tasselli, che, ad uno sguardo più attento si rivelano essere la stessa foto dipinta a falsi colori: cos'è questa foto? Un nuraghe..

Oh che bello, finalmente un libro che non tratta la Sardegna briatorina! Leggiamo il retro e il risvolto di copertina:

"In questo libro ci sono nobildonne infedeli e ballerine lontane, canzoni rock e discoteche sul mare, trentenni laureati e pastori con la pistola, un testamento, un ospedale di Archway, un parrucchiere di Chelsea, un pollo salvavita, un ex-tossico, uno scrittore mancato, delle trasfusioni, un rambo di provincia, una greca pisciaferro, la regina del Montiferru e alcune altre cose."

"In una Sardegna che non è la Costa Smeralda delle feste in piscina e dei milionari russi e non è la Barbagia delle faide e dei sequestri, in una terra post-moderna e post-etnica, precaria e poetica, sotto il cielo di un'isola del sud si agita un trio di giovani innamorati del mondo e della vita. Tre alfieri del divertirsi con poco e del tirare avanti comunque, futuri registi di successo e attuali briganti di piccole brighe, tre pirati del campidano amanti di Andy Warhol e dei poeti rock, delle notti in bianco e dei romanzi americani, delle avventure vissute e del bisogno di sognarne sempre di nuove. È soprattutto il ritmo delle loro parole a trascinare il lettore lungo questo romanzo, l'incredibile ritmo delle loro voci sempre ironiche e profonde, concitate e musicali, ritmate e visionarie, tre potenti voci letterarie che attraversano e segnano Sardinia Blues, un romanzo che è come una corsa notturna, una potente, struggente ballata rock, un imprevedibile assolo jazz, un malinconico, sincopato, irresistibile blues elettrico."

Il Montiferru??? Bello, c'è la speranza che compaia anche il nostro paesino? Ebbene si! L'autore è anche lui un villeggiante di S'Archittu e sceglie il paese per farne una location della storia...

"NOTA: I personaggi, i luoghi, le storie, i mercenari, le droghe, i bar, i mojito, le nobildonne e le ballerine di questo romanzo sono interamente frutto della fantasia dell'autore [...] S'Archittu, agosto 2007"

Incominciando dalla nota, afferma che la storia è frutto interamente della fantasia: ma come vedremo ci sono interessanti corrispondenze fisiche tra il libro e la realtà. Qui di seguito propongo un parallelismo, ma comprate il libro se volete leggerlo (personalmente la trama era interessante, come anche le citazioni, ma lo stile della prima parte era un pochino pesante -periodi lunghi, no punti, come un flusso di coscienza-).

Libro

Commenti

Eppure è un paradiso, in un modo che i turisti non sanno, se resisti i mesi d'inverno freddo, se non ti suicidi di noia a febbraio, è il paradiso del non esistere, come certi paesini del Galles e della Scozia, come la campagna francese,[...], un piccolo paradiso per noi che non faremo carriera e non faremo la storia, la pizza con i polpi freschi a Narbolia e le bistecche di bue rosso a Seneghe e gli spaghetti coi ricci a Cabras e certi pomeriggi di tennis a maggio, nel campo di cemento dietro la casa di Licheri, non è un paradiso per tedeschi in cerca di discoteche, non c'è in nessuna brochure di nessun'agenzia di viaggio eppure è un paradiso, una specie di paradiso (p.32)

Qui propone un elogio alla zona che va da S'Archittu a Oristano, sottolineando come l'assenza di turismo di massa sia una "pacchia" per chi sceglie questi luoghi come rifugio -per contro l'inverno spegne un po' questo "paradiso"; l'arte del mangiare prodotti di questa terra molto particolari (come il bue rosso, che mi pare sia anche presidio Slow Food); e poi i pomeriggi di maggio passati "sul campo di cemento dietro casa di Licheri", ovvero il campo di S'Archittu (l'unico riferimento certo è il fatto che la casa sia a S'Archittu come vedremo)

A lato della strada sulla nostra destra si vede tutta la costa fino alla laguna, chilometri di pineta e spiagge bianche e lì in mezzo da qualche parte un campo di golf per milionari o presunti o aspiranti tali (p.48)

La pineta di Is Arenas e le spiagge bellissime che corrono fino a San Giovanni, e il golf Is Arenas.

Ci sono quei posti che a seconda della stagione cambiano forma e anima e hanno in sè come il fantasma dell'altro loro aspetto, i bar sulla spiaggia dei posti lontani dalla città, quando è pieno inverno se ci capiti per caso non ci puoi credere che è stato proprio lì che hai baciato quella donna lo scorso agosto e dappertutto era pieno di gente sudata in costume e invece adesso che solo questa specie di palizzata di canne a chiudere recintare, Lontani da qui fino all'anno prossimo, dice questo scheletro di baracca, State lontani dal freddo umido di questa spiaggia che impregna cemento e legno, ahi che umido orribile, sembra un secolo che il caldo è finito.
La sala grande del Peyote disco-bar nei sabati invernali è il posto delle luci roteanti e delle casse che esplodono e fuori fa freddo ma dentro si suda in pista e il mare si vede dalle vetrate ma non lo guarda nessuno, il mondo del Peyote d'inverno è in questa sala ed è qui che si incontrano gli sguardi e si strofinano i corpi e si lanciano le occhiate e si sorride e si chiacchera e si abborda e si bacia e adesso è invece un deposito di ricordi di serate d'inverno e c'è un buio completo totale e nemmeno una sedia niente, tutto vuoto e la attraversi solo per andare al bagno (55-56)

I chioschi come Carcangiu e quelli sulle spiagge come Is Arenas e Mari Ermi, che d'inverno sono desolazione e patria di ricordi estivi. Il Peyote, disco bar che personalmente identificherei col Caribe di Torre del Pozzo per una serie di indizi: la suddivisione in sala grande dove era una volta la Capanna, da cui si vede attraverso la vetrata la caletta sottostante; d'estate è usato come deposito delle sedie (adesso ci sono le macchinette del videopoker) e ci si passa solo per andare al bagno.

Nella casa al mare di Licheri le finestre danno sul lungomare di qusta specie di paese abitato solo d'estate, questo assembramento disordinato di casermoni da vacanza, questo villaggio chiamato S'Archittu perchè in fondo alla spiaggia c'è un'arco di pietre visibile dalla strada, quando sei in bagno dalla finestra aperta di casa di Licheri arrivano le conversazioni delle persone che passano sul lungomare (p.135)

Ecco il riferimento sicuro di cui parlavo, la descrizione di S'Archittu, chiamato così "perchè in fondo alla spiaggia c'è un'arco di pietre visibile dalla strada", e la casa di Licheri è sul Lungomare (secondo me è una di quelle case grigie tra la prima scalinata e Marongiu)

Queste parole le sto scrivendo io, Fabio Licheri, in un mattoino di fine estate dell'anno duemilasette, nell'abitazione costruita nell'anno millenovecentosessantacinque da mio nonno paterno, sul lungomare della spiaggia dell'Arco, la casa sul mare nella cui terrazza sovente abbiamo cenato e fumato io e miei amici Corda e Pani [...] Fabio Licheri, lungomare di S'Archittu, Cuglieri, Oristano, fine estate duemilasette. (p. 242-244)

La casa è del '65

Ho incontrato Dany al bar Nuraghe verso le sette di sera, ero sceso a comprare le sigarette per me e per Corda [...] e stava spiegando al barista Antonio come si prepara un Bloody Mary (p. 263)

il bar Nuraghe potrebbe essere il bar Rino?