Luoghi
La passeggiata e l’Arco


Camminata lungo la passeggiata per poi proseguire alla volta dell'Arco e delle scogliere dietro questo.
Sulla mappa e' segnato il percorso da effettuare in automobile per andare direttamente verso l'Arco.


Nella sezione Virtual Reality è disponibile una passeggiata virtuale che segue tutto il percorso descritto (ad esclusione dell'ultimo punto), per accederci cliccate qui.

A) La passeggiata

Dalla piazza dove si trovano le fontanelle si accede alla passeggiata trovandosi subito di fronte la Balena e Torre del Pozzo; a sinistra la zona dell'ex ristorante S'Istella e la Spiaggia dei Preti (che prende il nome dal Seminario Estivo di Cuglieri che ne occupava in precedenza il posto).

Si continua per il lungomare fino ad arrivare al "muraglione", dove si trova il Bar Centrale Marongiu. Affacciandosi da esso si ammira tutta la spiaggia; gli scogli che si vedono verso destra vengono chiamati "gli Isolotti".

Successivamente si continua fino al secondo muraglione, dove ha termine il lungomare.

inizio passeggiata spiaggia dei preti
muraglione muraglione rino

B) All'Arco

Si giunge nel piazzale-parcheggio dove si puo' arrivare in macchina da cui parte la passeggiata lastricata che porta fino al cospetto dell'Arco. Da essa si dipartono anche due accessi alla spiaggia sottostante, il secondo dei quali si trova poco prima della fine della passeggiata, al termine della quale si proseguira' per una strada bianca (presa a destra riporterà al paese).

In breve tempo si giunge al punto in cui la strada si tramuta in sentiero e inizia a scendere sopra l'Arco; da questo punto si puo' anche continuare verso lo scoglio dei Genovesi e la scogliera di S.Caterina.

accesso passeggiata dell'arco bivio

C) L'Arco

Questa formazione rocciosa scavata dal mare in base alla LR 31 del 7 Giugno 1989 è diventata Monumento Naturale, e in quanto tale è tutelata (o dovrebbe esserlo).

Essa è teatro nei mesi estivi di tuffi ed esibizioni spericolate dalle varie piattaforme naturali che raggiungono anche gli 8 metri d'altezza. La parte posteriore è stata anche teatro di una tappa del Campionato Mondiale di Tuffi dalle Grandi Altezze nel 2001.

Approfondimento (click per mostrare)

6.6. L'ambiente della serie calcarea cenozoica
Il tratto di costa occidentale sulla quale è collocato il monumento è posto a cerniera tra il complesso vulcanico del Montiferru, che a NO domina la regione, e le basse terre sedimentarie variamente dislocate del Sinis. Il susseguirsi tormentato di promontori ed insenature incise in rocce varicolori è il segno della complessità litologica e strutturale di un'area contraddistinta dalla presenza di rocce vulcaniche oligo-mioceniche, da sedimenti marini miocenici, da formazioni vulcaniche plio-pleistoceniche e da sedimenti marini e continentali plio-quaternari.
L'arco in roccia sul mare chiamato S'Archittu - circa 15 m di altezza - è stato modellato dall'azione erosiva marina e degli atmosferili nei calcari detritici fossiliferi (Echinidi e Bivalvia) della sequenza sedimentaria del Miocene medio inferiore, articolati in vari promontori. Esso rappresenta il resto di un'antica grotta di erosione marina. L'impeto delle onde ha fatto crollare il tetto al fondo della grotta, per il loro urto diretto e soprattutto per i sussulti di compressione e decompressione della massa d'aria in essa contenuta. Si distinguono due solchi di battente, di cui uno attuale e l'altro più antico. Sulla piattaforma di abrasione marina, nelle immediate vicinanze dell'arco, sono presenti tracce di conglomerato marino fossilifero (Panchina Auct.) del Quaternario. Nel modellamento della scogliera prevalgono le forme subarrotondate, dovute all'abrasione del mare piuttosto che all'erosione per crolli successivi. La parte sovrastante l'arco è coperta di rada gariga, molto compromessa dal calpestio. Al termine del ciclo vulcanico oligo-miocenico si instaura dapprima un ambiente continentale, testimoniato dai depositi lacustri di tufi contenenti resti di conifere, affioranti nei pressi di Cùglieri, e successivamente un ambiente marino, con deposizione di marne calcaree, calcari e calcareniti fossiliferi. Questi terreni sedimentari si sviluppano nella fascia costiera da Cabras fino a Bosa, spesso obliterati e/o ricoperti dalle successive vulcaniti, ma ben esposti nell'area tra Torre Su Puttu e Santa Caterina. Lungo la costa affiora prevalentemente la facies calcareo-arenacea, di colore bianco avorio, fossilifera con abbondanti resti di Echinidi, Lamellibranchi e Gasteropodi e stratificazione regolare debolmente inclinata verso O, attribuita da COMASCHI CARIA (1959), su base paleontologica, al piano Elveziano del Miocene medio. Nell'entroterra, oltre alla facies calcarea, è molto diffusa quella marnosa, conosciuta nella zona come "tufo", estratto in numerose cave come materiale da costruzione. L'ambiente continentale è testimoniato da depositi detritici del Quaternario, rappresentati da sottili coltri alluvionali e piccoli conoidi di deiezione fluviale, nonché dalle sabbie di origine eolica, ben sviluppate al confine con il Sinis, mentre l'ambiente marino è indicato da conglomerati e arenarie fossilifere (Panchina Auct.). Il tratto di costa nei sedimenti miocenici è articolato in una serie di promontori rocciosi alternati a cale orientati parallelamente alla costa, secondo fratture dirette mediamente N - S. Essi sono il risultato dell'azione erosiva e modellante del mare di maestrale, il vento dominante di NO, che raggiunge spesso velocità assai elevate. Nelle cale più riparate è prevalsa la formazione di piccole piane di deposito alluvionale che permettono l'approdo di natanti e hanno favorito l'insediamento umano. Anche l'arco, modellato dall'azione erosiva marina e degli atmosferili nei calcari detritici fossiliferi della sequenza sedimentaria del Miocene medio-inferiore, è il risultato del processo evolutivo della costa in arretramento. Altre forme dovute all'azione erosiva del mare sono le piccole piattaforme di abrasione marina ed i solchi di battente, attuali e fossili, incisi nella scogliera. La fascia costiera tra Torre Pittinuri e Torre Su Puttu appartiene all'ambiente miocenico del Sinis, che, laddove si avvicina al mare, è caratterizzato da morfologie simili di falesie interrotte da canaloni o da spiagge dunose molto estese. Nella vicina penisola del Sinis si segnala l'Arco di Su Tingiosu, modellato in una formazione simile.
L'area rientra nel perimetro del Parco naturale del Sinis-Montiferru, nel punto in cui la località raccorda la parte collinare - montana vulcanica del parco (Montiferru) con la parte pianeggiante costiera sedimentaria (Sinis), così riunendo i pregi di due unità paesaggistiche diverse. Le attrattive sceniche del sito sono accresciute dalla vicinanza di altri elementi pure di interesse naturalistico, quali la spiaggia dunare di Is Arenas e la morfologia vulcanica del Montiferru con la grande colata tra il Rio Sàlighes e il Rio di S. Caterina, che ha dato luogo ad una lunga falesia uniforme, affacciata sul mare da 50-70 m slm. La falesia è interrotta dalla Cala di Foghe e orlata da isolotti e scogli. In località Su Fossigheddu si trova un altro arco in roccia. Tutta questa zona è stata a lungo disabitata e pertanto conserva una flora e una fauna relativamente intatte. Con la scomparsa dell'antico villaggio di Pittinuri e fino al recente ripopolamento erano rimaste sul posto soltanto dimore di pastori. L'interesse paesaggistico-geografico è dato anche dalla presenza di un nucleo agrario di riforma fondiaria, la Borgata ERSAT ubicata sulla colata lavica a N di S. Caterina.
Il toponimo Archittu è un diminutivo di arcu, termine logudorese e campidanese che significa "arco" (PAULIS, 1987)
L'abbattimento della roccia per la ricerca e la raccolta di fossili è uno dei pericoli di compromissione del monumento. Nonostante il divieto esistente, si continua anche ad effettuare la raccolta dei datteri di mare. La vista si gode anche dalla ss 292. Il percorso a piedi riguarda un sentiero in buone condizioni di circa 500 m. Il sito può essere meta di escursioni via mare e via terra. L'accesso via mare avviene a partire dalla cala di S. Caterina (scivolo in cemento) e dal porto di Torre Grande, attrezzato per imbarcazioni più grandi. La tutela deve mirare a contenere la frequentazione diretta di persone via terra sulla zona dell'arco, allo scopo di alterare il meno possibile lo stato naturale dei luoghi, già sottoposti a forte pressione antropica nella stagione balneare. S'Archittu si inserisce in un itinerario naturalistico della costa dal Sinis fino a Punta Foghe o, volendo, in un itinerario misto che comprende i resti archeologici. Un progetto di valorizzazione infatti riguarda il sito archeologico di Cornus-Columbaris, dove si costruiranno la strada di accesso e una guardiania, attrezzando l'area per la visita.
(da I monumenti naturali della Sardegna)

arco

D) Lo scoglio dei Genovesi

Proseguendo da dietro l'Arco sulla scogliera si arriva presto ad un'insenatura, chiamata dei Genovesi, poiché una nave genovese, secoli fa, si rifugiò qua. Molti si tuffano anche da qua. Attenti alla corrente!

genovesi