Luoghi
La scogliera di Santa Caterina e le cascate


A nord di Santa Caterina, la costa della zona della Riforma è costituita da una scogliera basaltica che si estende fino alla "torre di Foghe". I fiumiciattoli che percorrono questa zona sfociano in mare dando luogo a cascate scenografiche. NOTA: essendo torrenti, sono attivi solo dopo periodi molto piovosi; pertanto se si vuole vedere le cascate in se si consiglia il periodo invernale.
Il percorso proposto porta alla scogliera proseguendo l'itinerario che porta al villaggio della riforma. Svoltato a sinistra al cartello del vivaio, si prosegue dritto fino al termine della strada (si ignora la successiva indicazione che porta a destra al vivaio, e si prosegue quando la strada diventa sterrata), dove si presenta un bivio, che si segue a destra. Pur potendo continuare se in possesso di fuoristrada, si consiglia di posteggiare la macchina dove si presenta uno spiazzo a picco sulla scogliera a sinistra, poiche' successivamente vi è una discesa non praticabile con una vettura normale. Alternativamente si puo' arrivare al cancello direttamente in macchina prendendo la seconda strada (a destra prima del villaggio e poi a sinistra su asfalto e poi sterrato).
Qui è disponibile una cartina dettagliata del percorso a partire dalla Statale.


Proseguendo a piedi, dopo la discesa si arriva ad un ponte, che scavalca il primo fiumiciattolo che si getta dalla scogliera.

Si continua lungo la strada per circa 5-10 minuti (ignorando anche un incrocio), arrivando infine ad un cancello. Sulla sinistra si nota un passaggio tra la vegetazione e un sentierino. Avvicinandosi al bordo della scogliera, si vede dove in periodi piovosi scorre un fiumiciattolo -Riu S'Attentu- che si butta a mare.

primo torrente parcheggio
fine della strada cascata

A Capo Nieddu:
Superato il cancello, si prosegue sulla sterrata che porta ad una solitaria casetta rurale, 500 metri più avanti. Si continua camminando verso destra rispetto alla bassa macchia composta da lentisco, ginestre spinose, smilace strappabrache ed altre essenze, belle da osservare ma che ostacolano la marcia[ad un certo punto si attraversa passando sotto dei bassi alberi, vedi foto, ndr]. Superata la casetta e la macchia, si continua in direzione nord, avvicinandosi al bordo della falesia, alta sul mare, costeggiando una recinzione malmessa.

casolare passaggio passaggio
torre di capo nieddu scogliera

Bastano 20 minuti di cammino per raggiungere il letto di un torrente, probabilmente rio Salighes, le cui sorgenti sono sul monte Tuvonari, m.684 slm, e che raccoglie altri rivi prima di arrivare al mare. è l'ultimo torrente che si incontra prima di Capo Nieddu. Raggiunto il bordo della piccola gola fluviale si nota che il letto è composto da rocce affioranti di trachite vulcanica, fra le quali si formano larghe pozze d'acqua dove qualche mandria di mucche e vitelli va ad abbeverarsi. Lungo i versanti della gola e nell'alveo si trovano varie specie botaniche: lentisco, mirto, giunchi, rovi, smilaci che rendono non agevole seguire il suo breve corso fino al ciglio. E' meglio affacciarsi al bordo della falesia, a sinistra, prima di attraversare il torrente: qui si trova una specie di pianerottolo sullo strapiombo. Da questo luogo si può agevolmente osservare lo spettacolo delle acque che precipitano in mare, in un vasto anfiteatro, scavato nell'alta costa, la cui spettacolarità è data dalla scenografia dei vari strati di roccia che si sovrappongono: il basalto nero e lucido, a contatto col mare, si alterna a trachiti color mattone e poi ancora trachiti vulcaniche color viola e diversi strati più sottili di calcari marnosi, in una bell'armonia di colori. Sulle rocce ai lati della cascata vive una colonia di gabbiani. Poichè in questo tratto di costa il vento proveniente da nordovest, il Maestrale, soffia impetuoso, le acque convogliate nel salto vengono sollevate e spinte indietro dalla forza del vento: si assiste allo spettacolo di una cascata che si apre a ventaglio e s'illumina dei colori dell'arcobaleno.

Il panorama sul mare è grandioso e se si guarda la costa nord si vede Capo Nieddu. A est si erge la catena del Montiferru che appare lontana, mentre in primo piano si presentano i dolci declivi, alla base del complesso montuoso. Dalla cascata si può raggiungere Capo Nieddu con una semplice passeggiata di circa mezz'ora, lungo la costa sempre più alta e strapiombante che non presenta punti di discesa e sulla quale vegetano diverse specie, lentischi e mirti in prevalenza, fortemente piegate dal vento lungo l'asse ovest-est. Poco prima della torre spagnola di Capo Nieddu s'incontra un muro a secco di recente costruzione. Appoggiato a questo c'è un ampio recinto circolare, in pietra, probabilmente per radunare le mandrie, con annessi i muri di una probabile capanna, ugualmente in pietra. Raggiunto Capo Nieddu, che vuol dire "nero", dal colore del basalto, si può agevolmente proseguire fino a Punta Foghe e così completare la visita di questo splendido tratto di costa, caratterizzato dall'aspetto selvaggio e dirupato dell'alta falesia scura. A Punta Foghe si può osservare una rarità geologica: il rio Mannu, nel punto di sbocco in mare, viene deviato da una colata basaltica che gl'impedisce di sfociare direttamente, ma costringe le sue acque a percorrere un tratto parallelo alla costa prima di trovare la foce e quindi il mare. Il ritorno al punto di partenza avviene per la stessa via dell'andata. Tempo totale per andata e ritorno circa quattro ore, più soste.
(da Cuccuru Salvatore e Morandini Mirta, Cascate e Gole in Sardegna, GEOS, 1999)

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